media

  • I 5 migliori film sul kayak

    migliore film di canoa Cari amici,

    felice 2017 a tutti! Speriamo che l’anno nuovo vi trovi carichi e pieni di energie come non mai. Qui al MonrosaTEAM siamo già al lavoro per prepararci al meglio alla stagione estiva, non vediamo l’ora di tornare in fiume!

    Nell’attesa, ecco qualche film da vedere per chi – come noi – non può fare a meno di pensare alla canoa anche d’inverno…

    I cinque migliori film sul kayak

    1. SOLO: LOST AT SEA

    La commovente storia della traversata del mar di Tasmania da parte dell’avventuriero australiano Andrew McAuley’s, finita tragicamente con la morte del protagonista a solo un giorno di viaggio dall’arrivo. Un primo premio non contestato come miglior documentario al 2011 Reel Paddling Film Festival (RPFF). 55 minuti, 2008; www.vimeo.com

  • Il vero sport nazionale? La canoa!

    Canoa MolmentiCari amici,

    riportiamo qui, per chi se lo fosse perso, un divertente articolo di Rhys Saunders sul kayak uscito qualche giorno fa sull'Huffington Psst (parodia dell’Huffington Post).

    "Nonostante a lungo si sia pensato che un certo numero di attività diverse dal kayak fossero qualificabili come sport, gli esperti del settore ci dicono ora che questa nozione sia falsa. <<A prima vista pare che ci siano molti sport>> ha dichiarato Bill Clancy, precedente allenatore della NFL, <<ma quando guardi da vicino, non c’è attività ad eccezione del kayak che tu possa definire uno sport>>.

    <<Il basket è per forza di cose un gioco>> ha dichiarato Clancy, <<mentre il calcio è principalmente un fenomeno culturale, e il nuoto risponde ad un istinto di sopravvivenza. Il kayak invece è l’unico vero sport>>.

    Anche le altre attività che vedono come protagonista una barca, quali il canottaggio e la barca a vela, a detta di Clancy non possono essere definiti sport. <<Abbiamo preso in considerazione tutte le attività, e l’unica ad avere i requisiti è davvero il kayak>>.

    Un alto numero di competizioni televisive un tempo considerate sport verranno spostate dai canali sportivi ad altri networks il cui contenuto tematico è maggiormente appropriato. <<Moltissime sono passati a History Channel - tiro con l’arco, canottaggio, tutte le arti marziali>> ha detto il presentatore dell’ESPN John David <<mentre equitazione e rodeo verrano trasmessi su Animal Planet. Il calcio verrà trasmesso sulla BBC. Nessuno per il momento è interessato alla pallavolo, che almeno per un pò non trasmetteremo più>>.

  • Concorso fotografico BUENVIVIR SPORT

    Concorso fotografico BUENVIVIR SPORTScade il 30 giugno 2014 il concorso fotografico a premi BUENVIVIR SPORT, organizzato dal C.S.E.N. con l’intento di agevolare il coinvolgimento dei giovani anche negli sport meno conosciuti e meno diffusi sui media. Insomma... un concorso apposta per noi!

    Attenzione che manca pochissimo tempo: vediamo subito come partecipare.

    Come partecipare
    - il concorso è aperto a tutti
    - la partecipazione è gratuita
    - data di scadenza: 30 giugno 2014
    - per partecipare è sufficiente caricare la propria foto sulla pagina facebook Buenvivirsport indicando: nome, cognome, titolo della fotografia, evento durante il quale è stata scattata la foto
  • Mondiali di… canoa!

    Mondiali di CanoaPer quanto l'attenzione dei più sia concentrata sui mondiali di calcio, come alcuni di voi sapranno, sabato 14 giugno si sono conclusi anche i Campionati del Mondo di canoa discesa, iniziati il 9 giugno nelle acque del fiume Adda

    Ottimi i risultati degli italiani:

    Femminili
    Costanza Bonaccorsi (classe 1994) vince la medaglia d’oro nel K1 femminile (43.380), guadagnandosi il titolo di campionessa del mondo. Dietro di lei la francese Charlene Le Corvaisier e la transalpina Sistine Malaterre.
    Un secondo oro va alla diciassettenne Chiara Carbognin, prima classificata nel C1 femminile (40.080). Dopo di lei la francese Marjolene HEcquet (40.550) e la ceca Radka Valikova (40.850). Quarto posto invece per l’altra azzurra in gara, Marlene Ricciardi (41.920).
    Le nostre ragazze si distinguono anche nel K1 femminile a squadre (50.230), dove il team composto da Costanza Bonaccorsi, Beatrice Grasso e Viola Risso guadagna il terzo posto. L'oro va invece alla Germania di Fuesser, Overbeck e Stoeberl (49.890), seguire al secondo posto dalla Francia di Le Corvaisier, Hostens e Malaterre (50.220).
    Maschili
    Un'importante vittoria per l'Italia anche nel K1 maschile a squadre (43.230) dove ad aggiudicarsi il terzo posto è il team composto da Mariano Bifano, Davide Maccagnan e Pierpaolo Bonato. L’oro va invece alla Slovenia di Znidarcic, Debeljak e Urankar (42.740), che si posiziona davanti alla Repubblica Ceca di Hala, Mruzek e Slovak (43.050).
  • Uno sport di serie B? (part I)

    Kayak Olimpiadi MolmentiNon c’è dubbio sul fatto che la canoa fluviale sia sempre stato un sport figlio di un dio minore, poco conosciuto, poco praticato, poco seguito dai media; gli amanti di questo sport spesso si interrogano sulle possibili cause, senza tuttavia nascondere quel briciolo di orgoglio che contraddistingue coloro che si sentono parte di una cerchia ristretta ed un pochino elitaria.

    Fortunatamente sono arrivate altre specialità quali rafting, hydrospeed e canyoning che hanno permesso una diffusione maggiore degli sport fluviali grazie alle minori barriere d’accesso iniziali, ma il problema rimane.

    Proviamo insieme a cercare di capire quali sono le ragioni che rendono così difficile avvicinarsi a quello che invece, secondo noi, è lo sport più bello del mondo!

    Perché è così difficile iniziare?

    Ci sono sicuramente diversi motivi che rendono l’accesso alla canoa abbastanza complicato, inibendo l’intrapresa di questo sport da parte della massa degli sportivi:

    - l'attrezzatura necessaria è composta da numerosi elementi (kayak, pagaia, giacca d’acqua, muta, paraspruzzi, lycra) e comporta un investimento iniziale non insignificante;
    - il trasporto del materiali è difficoltoso e preclude le possibilità ai più giovani senza auto (se non accompagnati);
    - le condizioni meteorologiche possono essere un forte disincentivo;
    - l'uscita dal fiume sono spesso faticosi.

    Una vita comoda

    Un'altra ragione è legata, invece, alle abitudini della maggior parte delle persone, che sin dall’infanzia viene normalmente abituata alle comodità di una vita facile e senza rischi.
    La difficoltà oggettiva delle manovre in canoa, lontane dagli schemi motori abituali e connesse ai gesti sportivi ed alle attività pratiche più comuni, oltre alla necessità di disporre di un elevato equilibrio ed adattamento alle condizioni mutevoli di una situazione in continuo movimento, costituiscono indubbiamente un altro ostacolo importante alla diffusione del nostro sport.
    In parole più semplici, in canoa appena sbagli “vai a bagno” (per i non addetti: ti ribalti e sei costretto ad uscire da kayak e nuotare - magari nell’acqua gelida - un poco, mentre qualche anima pia ti recupera il materiale).
    Insomma: fatica e freddo a farti compagnia a tutto svantaggio della simpatia per questa situazione.

    I media

    Parliamo ora dell’effetto dei media, della pubblicità e degli status symbol: quanto spesso vi è capitato di sentir parlare di canoa? Soprattutto in Italia, in televisione si parla tantissimo di calcio, un pò di formula 1, un pò di moto/tennis/sci/ciclismo, e poi via via degli altri sport minori; i campioni di questi sport, famosi e strapagati, diventano i modelli da seguire.

    Chi non ha mai sentito parlare di Cristiano Ronaldo? Francesco Totti? Schumacher? Michael Jordan? Valentino Rossi? Della canoa invece non si parla mai; solo un pochino quando vinciamo una medaglia d’oro alle olimpiadi (già due volte!). Gli alletti che decidono di dedicarsi a questo sport devono essere mossi da una passione veramente forte, e anche questa spesso non è sufficiente a farne un "lavoro".

    Le istituzioni

    Una conseguenza logica diventa che se in Italia se vuoi costruire uno stadio di calcio puoi avere di tutto: ottenere approvazioni lampo, glissare su vincoli idrogeologici, costruire case e cementificare come se non ci fosse un domani: molto spesso non solo non sarai ostacolato, ma addirittura aiutato.
    Se invece malauguratamente ti venisse in mente di voler costruire un campo slalom per la canoa (tirare qualche cavetto d’acciaio su di un canale o di un fiume per appendere delle paline di plastica tra le quali allenarti) o uno sport da rodeo (un’onda artificiale dove fare freestyle) sarai ostacolato in tutti i modi finché non farai nulla o farai qualcosa di abusivo.

    Nessuna struttura, poco pubblico, assenza di audience: così lo sport non decolla, i giovani non si avvicinano e quindi rimaniamo nel ghetto.

    E allora... chi ce lo fa fare?

    Nonostante tutte le avversità, chi si avvicina al mondo del kayak finisce per trovarlo lo sport più bello del mondo. Per sapere il perché… vi toccherà aspettare il prossimo articolo, ma intanto siamo curiosi della tua opinione! Cosa ti fa amare la canoa? Lascia un commento.

Privacy and cookies policy

Copyright © 2017 Centro Canoa Rafting Monrosa. All rights reserved.  P.IVA 01922530025 - Balmuccia, Val Sesia

 

Powered by: ORA - Login Admin

Back to Top