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Cari amici,

abbiamo deciso di inaugurare l’edizione “invernale” di questo blog con un focus sulla manovra dell’eskimo.
Per iniziare, in questo primo post cercheremo di capire l’importanza dell’eskimo e la sua collocazione nel percorso di apprendimento di un canoista. Buona lettura!

L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato

L’eskimo è una delle manovre più importanti di tutta la tecnica del Kayak in quanto, se eseguito correttamente, permette di raddrizzare rapidamente il kayak evitando così tutti gli inconvenienti e i rischi insiti in un bagno, quali sprechi di energie, possibili infortuni, perdita di materiale. Negli anni passati, l’eskimo era visto – e da alcuni lo è ancora - come una manovra ostica da apprendere e da eseguire, ma con lo sviluppo dei nuovi kayak e con l’evoluzione e il perfezionamento della tecnica si è affermato sempre di più come un fondamentale imprescindibile per canoisti di ogni livello, e non più come una manovra riservata a pochi eletti.
Nel percorso formativo di un canoista, l’apprendimento dell’eskimo è uno step fondamentale per diversi motivi:

  • L’eskimo è la prima manovra di autosoccorso: permette infatti di evitare gli infortuni dovuti al nuoto in fiume che, pur se eseguito in posizioni di sicurezza e con abilità, rappresenta sempre un rischio elevato. Inoltre, il nuoto in rapida costituisce un’attività molto stancante che, se ripetuto più volte durante la discesa, può affaticare il canoista compromettendone così abilità e concentrazione;
  • La consapevolezza di possedere un buon eskimo è requisito fondamentale per garantire la “morbidezza” muscolare e psicologica necessaria per condurre al meglio il kayak. Per quanto buona sia la sua acquaticità, un canoista non si sentirà mai libero di affrontare una discesa in completa tranquillità sapendo che al minimo errore seguiranno freddo, tempo perso per svuotare il kayak e magari anche qualche livido!
  • La padronanza dell’eskimo permette di accelerare l’intero percorso di apprendimento. Una volta appresa questo fondamentale, infatti, il canoista si sentirà libero di provare nuove manovre, sia inizialmente sull’acqua piatta, che successivamente sull’acqua mossa;
  • L’apprendimento dell’eskimo e la consapevolezza di saperlo padroneggiare anche nelle situazioni più difficili permette al canoista di vivere il fiume da una nuova prospettiva: più spensierata, rilassata e appagante… a 360 gradi!

Per i motivi sopraelencati, l’apprendimento dell’eskimo dev’essere un obiettivo del canoista fin dai primi approcci.

Una precisazione diventa qui necessaria: la padronanza dell'eskimo permette indiscutibilmente di ridurre i rischi connessi a una discesa in kayak, ma assolutamente non di annullarli: per quanto l’eskimo possa essere eseguito correttamente e in breve tempo, la posizione di ribaltamento rimane comunque estremamente pericolosa in rapida, con tutte le criticità che questo comporta. E’ vero che una buona padronanza dell’eskimo può rendere il canoista molto più sicuro e tranquillo, ma ciò non deve portare a spingersi oltre i propri limiti: il metro di giudizio nel valutare se un percorso sia adatto o meno all’abilità di un canoista non deve basarsi – se non in minima parte – sulla padronanza dell’eskimo, ma deve considerare principalmente le abilità di conduzione. L’eskimo, per quanto importante, è solo una parte del bagaglio tecnico del canoista e avere un buon eskimo non significa essere padroni del kayak: è quindi insensato e soprattutto controproducente affrontare percorsi al di sopra delle proprie abilità di canoista solo perché consapevoli di avere un “buon eskimo”.

Dopo questa introduzione sull’importanza dell’eskimo, dedicheremo i prossimi due post alla sua didattica, proponendo una serie di esercizi dapprima senza e successivamente con pagaia.

Stay tuned!