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Cari amici,

Dopo L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato e La didattica dell’eskimo: esercizi senza pagaia ecco il terzo e ultimo articolo del nostro special focus sulla manovra dell’eskimo.


ESERCIZI CON LA PAGAIA

Una volta completata la serie di esercizi senza pagaia descritti in precedenza, l’allievo dovrebbe aver interiorizzato il movimento dei fianchi e potersi dunque concentrare solo sull’utilizzo della pagaia. Di vitale importanza in questo senso è la padronanza dell’appoggio alto, requisito imprescindibile per la corretta riuscita dell’eskimo: prima di procedere con i tentativi di eskimo è dunque bene assicurarsi che l’allievo abbia padronanza di questo fondamentale. Se, come proposto in questo percorso, l’allievo sarà arrivato a questo momento avendo già imparato l’eskimo con le mani, gli si potrà chiedere ad ogni tentativo errato di lasciare la pagaia e provare a fare l’eskimo con le mani, in modo da migliorarlo ulteriormente.
I principali ostacoli nell’introduzione della pagaia sono i seguenti:

  • L’estrazione della pagaia dall’acqua;
  • L’impostazione del giusto angolo di incidenza della pala;
  • Il mantenimento in superficie della pala.

Di seguito sono presentati alcuni suggerimenti e/o esercizi per ovviare a questi errori. Un consiglio generale e utile per la risoluzione dei problemi sopraelencati è quello di guidare inizialmente il movimento della pagaia dell’allievo - prendendo in mano la pala destra - chiedendo a quest’ultimo di rimanere rilassato e di concentrarsi sui feedback propriocettivi.


Esercizio 1: pagaia in superficie

Oltre all’appena suggerito aiuto da parte dell’istruttore, un altro esercizio utile è costituito dalla ripetizione dell’esercizio n°2 (v. pag. 5), riproposto questa volta con l’introduzione della pagaia: l’allievo dovrà dunque cercare di immergere la testa e mantenere la pala sommersa parallela al kayak. Questa condizione può anche essere adottata, inizialmente, come posizione di partenza per il tentativo di eskimo.
Può capitare anche che, nella foga, il movimento venga iniziato prima del corretto posizionamento: un suggerimento per ovviare a questo problema può essere quello di chiedere all’allievo di contare fino a 5 e controllare di avere busto e volto a contatto con la coperta e le mani a contatto con lo scafo.

Esercizio 2: angolo di incidenza della pala

L’impostazione del corretto angolo di incidenza della pala destra sull’acqua è fondamentale per la riuscita dell’eskimo. Nella posizione di partenza, dopo il ribaltamento, la pagaia viene tenuta orizzontale e fuori dall’acqua, con il polso destro completamente “decelerato” per creare tra il cucchiaio della pala e l’acqua l’angolo acuto di ampiezza maggiore possibile. Da tale posizione si sviluppa man mano l’arco dell’appoggio progressivo sull’acqua; l’allievo “accelera” il polso per mantenere tale angolo compensando la rotazione in corso.
Partire con la pala piatta sull’acqua o addirittura negativa (angolo tra dorso della pala e acqua) comporta l’inevitabile affondamento della pagaia durante l’arco del movimento e l’insuccesso della manovra. Per correggere il difetto si può ricorrere ai seguenti accorgimenti:

1. In posizione di partenza, invitare l’allievo a picchiare con la pala destra sull’acqua per sentire se il cucchiaio è orizzontale e, successivamente, decelerare tutto il polso per ottenere il giusto angolo di incidenza;

2. Prima di effettuare l’eskimo completo inserendo l’uso del fianco/ginocchio destro, invitare l’allievo a eseguire l’intera manovra dell’eskimo senza raddrizzarsi, ostacolando la rotazione della barca mediante pressione sul ginocchio sinistro, percorrendo l’intero arco e ritornando alla posizione di partenza come in un appoggio continuo (punta => coda => punta). L’esercizio migliora la sensibilità dei polsi necessaria a trovare e mantenere il giusto angolo.

Esercizio 3: mantenimento in superficie della pala

Uno degli errori più frequenti consiste nell’uso eccessivo delle braccia per raddrizzare la barca, tirando con la mano destra verso il fondo e verticalizzando così la pagaia. Tale comportamento è abbastanza istintivo e va necessariamente corretto perché rende la riuscita dell’eskimo pressoché impossibile: esauritosi infatti ben presto l’appoggio fornito dalla pala destra, questa tende ad affondare, mentre il kayak è ancora ribaltato e il corpo rimane nell’acqua.
Ecco alcuni esercizi/suggerimenti da far eseguire all’allievo per la correzione del difetto:

1. Invitare l’allievo a guardare la pala destra durante tutto il movimento, in modo da produrre automaticamente la torsione del busto;

2. Far serrare sotto l’ascella sinistra una ciabatta o altro oggetto simile, invitando ad eseguire l’eskimo con l’obiettivo di non perderla durante la manovra: la trazione della mano destra verso il basso di norma si accompagna infatti con l’innalzamento della mano sinistra fuori dall’acqua e l’allontanamento del gomito sinistro dal fianco, agendo in modo simile ad una pagaiata piuttosto che a un appoggio.

Ulteriori progressi

Una volta consolidato l’apprendimento della manovra - verificato cioè che l’allievo esegua l’eskimo con efficacia e naturalezza - una buona pratica per migliorarne ulteriormente la confidenza e passare a verifiche di livello superiore è quella di rimuovere progressivamente alcuni punti fissi della manovra, ad es. mediante i seguenti esercizi:

1. Rovesciamento senza pagaia, recupero della pagaia galleggiante in acqua ed esecuzione della manovra;

2. Rovesciamento con la pagaia in posizione opposta a quella normale (mano sinistra avanti), passaggio della pagaia sopra la pancia del kayak ribaltato (da un lato all’altro), recupero della posizione di partenza ed esecuzione della manovra.

Anche una volta che l’allievo avrà dimostrato di riuscire nella manovra per più tentativi consecutivi e di saper eseguire correttamente tutti gli esercizi, potrebbe avere difficoltà a metterlo in pratica in rapida: la situazione sarà più stressante e la corrente, a seconda dell’orientamento del kayak, potrebbe fungere da ostacolo. In una fase successiva si può accompagnare l’allievo in fiume, invitandolo a ribaltarsi e a provare l’eskimo a metà di un traghetto o in situazioni di corrente, stando ovviamente attenti a che non ci siano grandi pericoli e, possibilmente, scegliendo un punto seguito a valle da uno specchio di acqua piatta in modo che l’esercizio venga effettuato in una condizione di tranquillità.

Con questo articolo chiudiamo il nostro special focus sulla manovra dell’eskimo: speriamo vi sia piaciuto! Cogliamo l’occasione per ricordarvi che siamo sempre aperti e interessati a pubblicare i vostri contributi: se avete un’idea per un post o per uno special focus non esitate a contattarci via email aQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o direttamente tramite la nostra pagina Facebook Monrosa Rafting!