Blog sport fluviali
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Cari amici,
abbiamo deciso di inaugurare l’edizione “invernale” di questo blog con un focus sulla manovra dell’eskimo.
Per iniziare, in questo primo post cercheremo di capire l’importanza dell’eskimo e la sua collocazione nel percorso di apprendimento di un canoista. Buona lettura!
L’eskimo: perché è importante e quando andrebbe imparato
L’eskimo è una delle manovre più importanti di tutta la tecnica del Kayak in quanto, se eseguito correttamente, permette di raddrizzare rapidamente il kayak evitando così tutti gli inconvenienti e i rischi insiti in un bagno, quali sprechi di energie, possibili infortuni, perdita di materiale. Negli anni passati, l’eskimo era visto – e da alcuni lo è ancora - come una manovra ostica da apprendere e da eseguire, ma con lo sviluppo dei nuovi kayak e con l’evoluzione e il perfezionamento della tecnica si è affermato sempre di più come un fondamentale imprescindibile per canoisti di ogni livello, e non più come una manovra riservata a pochi eletti.
Nel percorso formativo di un canoista, l’apprendimento dell’eskimo è uno step fondamentale per diversi motivi:

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Liberamente tratto da un articolo di Kaydi Pyette pubblicato su Rapidmedia.
Da un articolo di Kaydi Pyette, ecco sette motivi per cui pagaiare ti rende una persona migliore:
1. Sarai più felice
Trascorrere del tempo nella natura ci fa sentire più vivi - e questa è una buona cosa. Numerosi studi hanno collegato l'esposizione alla natura con un incremento di energia e un accresciuto senso di benessere. "La natura è carburante per l'anima" - riferisce il professore di psicologia dell'Università di Rochester, Richard Ryan - "Spesso quando ci sentiamo esausti andiamo in cerca di una tazza di caffè, ma la ricerca suggerisce che un modo migliore per ritrovare energia è il contatto con la natura."

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Un racconto di Daniel Jenny sulla Post Trip Depression, tratto dal numero di luglio 1995 di Canoe & Kayak.
"Il mio naso infreddolito mi sveglia come tutti i giorni. Il fuoco è quasi spento e comincio a sentire freddo. L’unico posticino caldo è quello in cui si era rannicchiato la mia cagnolina Molly, proprio accanto a me. Rigirandomi tra le lenzuola, prendo un paio di tronchi e li getto nel fuoco. Il fuoco crepita, le scintille ondeggiano, lentamente una fiamma si riaccende. Lascio il coperchio sulla pentola che è poggiata in cima al fuoco. E’ un miscuglio di fagioli, pancetta, cipolle e basilico. Ha cotto tutta la notte e ormai è quasi pronto. Avvicino la pentola al fuoco. La colazione allontanerà il freddo del mattino e mi darà le energie per un’altra intensa giornata a pagaiare duro. L’alba sta morendo. Molly si alza, si stiracchia, il suo naso che annusa il profumo di abete intorno alla tenda…."

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Liberamente tradotto da un articolo di Heather Herbeck per Paddle Education
“Come istruttore ho sentito molte volte il mio ragazzo/ragazza mi ha insegnato come pagaiare, e...
A. Ora sono davvero, davvero spaventato/a di andare in kayak ora
B. Mi ha spinto troppo in là e troppo presto per il mio livello
C. Non ha idea di come insegnare per aiutarmi a capire meglio
D. Ci siamo lasciati
Ho imparato come andare in fiume da mio marito, Nate, e suo padre (non avevo idea che questo sport esistesse prima di vedere loro due in fiume). Imparare a pagaiare da loro ha avuto un risultato opposto alla maggior parte di quelli che ho ascoltato.

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Liberamente tratto da 5 things I have learned from kayaking with my daughter, di Bobby Miller – pubblicato su Canoe & Kayak Magazine
“Vado in Kayak con mia figlia di tre anni, Sahalie, sin da quando lei aveva un anno e non c'era gioia più grande di condividere il fiume con lei. Dal momento in cui è nata ho sperato che avrebbe voluto farmi compagnia sul fiume. Ero così contento quando abbiamo cominciato a fare escursioni in fiume insieme, e sono ancora più eccitato del fatto che col passare del tempo lei sembra amarle sempre più. Qui trovate qualche lezione che ho imparato dalle mie gite con lei.

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Come molti di voi sanno questo venerdì 22 maggio si è tenuta presso il nostro centro la IX edizione del Campionato Interprovinciale Studentesco di Rafting Sesia Rafting Games – Memorial Paolo Ferraris, organizzata dal Centro Canoa e Rafting Monrosa in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e la Federazione Italiana Rafting. La competizione era rivolta a studenti delle scuole medie superiori di tutta Italia.

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“Il contatto con il suolo riequilibra il tuo potenziale elettrico corporeo con quello della Terra; questo comporta una sincronizzazione del tuo orologio biologico, dei cicli ormonali e ritmi fisiologici, pervadendo il tuo corpo di energia rigeneratrice grazie agli elettroni liberi abbondantemente presenti sulla superficie della Terra”.

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Sei una Guida straniera e vuoi lavorare in Italia?
La Federazione Italiana Rafting prevede diverse forme di riconoscimento dei brevetti conseguiti all’estero e dell’esperienza professionale di Guide Rafting straniere desiderose di lavorare in Italia.
Per poter richiedere il riconoscimento da parte della F.I.Raft, è necessario possedere:
- Un brevetto conseguito all’estero. La F.I.Raft riconosce i brevetti rilasciati da Federazioni o Associazioni straniere aderenti ai rispettivi Comitati Olimpici Nazionali, e da tutti gli altri Stati con i quali sussiste un protocollo d'intesa.
O, in alternativa
- In caso di provenienza da uno Stato in cui non è previsto il rilascio di brevetti, un'esperienza di almeno di 36 mesi su fiumi di 4° grado

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Cari amici,
Last but not least, dopo Come diventare Guida Rafting (Part I) - II livello e Come diventare Guida Rafting (Part II) - III livello vedremo ora come funziona per diventare Guida Rafting di V livello

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Cari amici,
dopo il grande successo della prima puntata del nostro panel, Come diventare Guida Rafting (Part I) - II livello, in questo secondo post cercheremo di far luce su come diventare guida rafting di III livello.
Come diventare Guida Rafting di III livello
Il corso per Guide di III livello, della durata di sette giorni, è finalizzato alla preparazione all'esame da Guida di V livello, che potrà essere sostenuto nell'anno successivo. Durante la settimana di corso verranno toccati, da un punto di vista teorico e pratico, tutti i principali aspetti della guida in fiume:
- conduzione
- river rescue (uso della corda da lancio, soccorso al pericolante, comportamento in scenari ad alto rischio, operazioni di recupero)
- comunicazione

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Cari amici,
in questi anni sono tante le persone che, un po' per scherzo un po' per davvero, si sono appassionate al mondo del rafting al punto tale da chiederci come si fa a diventare una guida. È proprio per questo che abbiamo deciso di inaugurare una breve serie di post sul tema, nei quali capiremo come diventare guida rafting di II (facoltativo) e di III livello (necessario per diventare poi Guida di V), come funziona l'esame per diventare Guida di V livello e per finire, per le Guide straniere, come ottenere un brevetto valido in Italia.

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Da un articolo di Laura Farrell sul blog del team dagger, ecco un elenco delle ragioni per cui tutti - ma proprio tutti! - dovrebbero andare in canoa.
"Di recente molte persone mi hanno chiesto perché vado in canoa. In particolare, volevano sapere che cosa esattamente del kayak lo rendeva così speciale, al punto da farmi desiderare di costruirivi la mia vita intorno. Dopo aver risposto a questa domanda un certo numero di volte, ho cominciato a interrogarmi su quali siano davvero le ragioni per cui penso che andare in canoa sia così una figata.

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Liberamente tradotto da: "How to survive winter paddling", ecco un piccolo manuale per la sopravvivenza alle gite in kayak d'inverno.
Con l'occasione, per le volte in cui avete voglia di andare in canoa ma un po' meno di pagaiare sotto zero, vi ricordiamo che ogni lunedì sera il @MonrosaTEAM vi aspetta in piscina al Quanta Sport Village... AL COPERTO!!

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"Una discesa sul fiume con la scuola??!!" Un tempo non sarebbe stato neanche immaginabile. Solo a sentire una proposta simile, i presidi avrebbero licenziato in tronco gli incoscienti docenti e le protettive mamme italiane sarebbero inorridite immaginando i poveri figli inghiottiti dai flutti.
Noi del MonrosaTEAM possiamo dire, senza falsa modestia, di aver fatto con le scuole una grande e tenace attività di promozione del fiume, sia dal punto di vista sportivo che da quello relativo alla conoscenza e alla salvaguardia della natura che lo circonda. Già a metà degli anni '90 i primi docenti di Educazione Fisica cominciavano a vedere nelle nostre proposte fluviali un'interessante possibilità formativa per i loro studenti. Non era sempre semplice convincere dirigenti, colleghi e genitori e superare il percorso ad ostacoli della burocrazia scolastica: il fiume era infatti considerato un ambiente pericoloso e gli sport fluviali erano catalogati come "estremi".Oggi la situazione fortunatamente è cambiata, tanto che rafting, canoa, canyoning e hydrospeed sono addirittura entrati a far parte dei P.O.F. (Piano dell' Offerta Formativa) di parecchie scuole.